Costa d'Avorio - 'Ho smesso di fare il soldato'
Nel conflitto in Costa d'Avorio, bambine soldato di età compresa fra i 10 e i 18 anni, oltre che essere state impiegate nelle formazioni militari come ausiliarie (cuoche, sentinelle) o come combattenti e schiave sessuali, hanno dovuto prendere parte a “riti di iniziazione” e a “patti di sangue”, che consistevano nell’uccisione di donne o bambini o altri atti di violenza. Alcune di esse si sono arruolate volontariamente, con il ruolo di combattenti, perché trascinate dalle bande di strada, oppure per cogliere l’opportunità lavorativa che offriva l’esercito.
Altre ancora si sono ritrovate nei campi militari perché fuggite dalla strada, oppure perché profughe o senza famiglia. La mancanza di prospettive, le continue violenze, le malattie e l’assenza di assistenza psicologica e sociale, hanno distrutto la dignità e la personalità delle bambine-soldato e delle ragazze-madri, portandole a gravi disturbi fisici e mentali. Nella città di Bouakè, roccaforte dei ribelli e centro politico-geografico della guerra, in collaborazione con Soleterre Onlus , abbiamo avviato, nel corso del 2007, un progetto volto alla tutela e alla riabilitazione sociale, attraverso l’insegnamento di attività professionali, delle bambine soldato e delle ragazze madri. La costruzione di un centro di accoglienza, cura e reintegrazione sociale di giovani vittime del conflitto e di ex prostitute bambine ha permesso loro una diversa opportunità di inserimento nella comunità, rendendole autonome da un punto di vista professionale e responsabili nel loro ruolo genitoriale.